Gestione completa in medicina estetica

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Dalla prevenzione al mantenimento, organizzare la clinica estetica per un servizio a tutto tondo, che includa la patologa dermatologica, è la soluzione che meglio rassicura i pazienti. La medicina estetica è una disciplina in continua evoluzione, in cui pratiche, tecnologie, materiali e soluzioni sempre nuove si propongono al clinico. Il punto di vista di un giovane professionista che ha fatto della medicina estetica il centro della sua pratica clinica, nell’ottica di seguire il paziente su tutto il fronte dei problemi cutanei, dagli inestetismi alla patologia. La parola a Giorgio Botali, libero professionista e responsabile medico della Aesthetic Clinic di Brescia, che ha avviato da due anni.

Considerando la sua esperienza, quali tecnologie e apparecchiature stanno assumendo un ruolo particolarmente importante in medicina estetica?
Il trend sta evolvendo verso l’utilizzo esclusivo di tecnologie laser di alto livello. Il paziente già dalla prima visita risulta essere informato sulla tecnologia migliore da utilizzare per ogni problematica e richiede il trattamento gold standard, veloce e indolore, per quanto sia possibile, permettendo una socializzazione rapida.

Quale è a suo parere il ruolo rispettivo delle tecnologie a cessione di energia rispetto alle tecniche tradizionali nell’evoluzione futura della medicina estetica?
Le tecnologie a cessione di energia permettono di focalizzare e trattare l’inestetismo nel miglior modo possibile. Consentono inoltre di curare uno stretto range di patologie diminuendo gli effetti collaterali. Il rischio di recidiva risulta essere inferiore rispetto alle tecnologie tradizionali e credo che il futuro della medicina estetica si evolverà in questo senso. Io diffido sempre di un semplice strumento che abbia a risolvere patologie con eziologia e reazione che spaziano in un range troppo ampio della dermatologia correttiva.

Quale è il ruolo della prevenzione nella gestione delle problematiche estetiche? Come dovrebbe intervenire il medico estetico?
La prevenzione nella medicina estetica ha un ruolo fondamentale: piccoli e semplici interventi permettono di ritardare il processo dell’invecchiamento cutaneo con ottimi risultati nel mantenimento dello status quo. Intervenire quanto la situazione è già in uno stato avanzato permette solo di arginare il problema con risultati apprezzabili ma assolutamente non ottimali. Per tale motivo, io consiglio ai miei pazienti sia la prevenzione che il mantenimento, cucendo su misura una soluzione per ogni problematica. L’intervento da eseguire in base al risultato sperabile varia a seconda del tipo di problematica, al grado di interessamento della stessa e ai risultati sperabili ottenibili. Questo vale sia per l’estetica sia per la patologia: la prevenzione deve essere intesa a 360°. Oltre a suggerire i comportamenti e gli accorgimenti atti a prevenire i tumori cutanei, il medico estetico dovrebbe farsi carico di indagare precocemente le lesioni che possono insorgere. Per esempio, è opportuno intervenire prima possibile quando si presentano macchie o lesioni esofitiche, che vanno valutate subito, per poter eventualmente attuare, fin dallo stadio iniziale, i necessari trattamenti per la loro rimozione, al fine di evitare lo sviluppo di patologie che, se trascurate, diventerebbero di competenza esclusivamente ospedaliera. È il caso della formazione di cheratosi attiniche, che è importante risolvere prima che si evolvano in patologia tumorale, attraverso trattamenti laser o terapia fotodinamica. Anche per problemi estetici come l’invecchiamento cutaneo è possibile, entro certi termini, agire in prevenzione. Una opzione può essere effettuare trattamenti poco invasivi finalizzati a mantenere la tonicità della pelle, curando pori, microrughe e altri inestetismi, prima di arrivare a condizioni in cui poi risulta indispensabile mettere in atto strategie di intervento più complesse e invasive.

Quali tecnologie emergenti ritiene possano meritare l’attenzione e l’approfondimento dei professionisti? Ci sono tecniche che a suo parere necessiterebbero di maggiori studi di efficacia o evidenze dalla pratica clinica?
Una tecnologia particolarmente interessante uscita relativamente di recente è il picolaser, che nella rimozione dei tatuaggi permette di avere risultati migliori con un tempo di ripresa del paziente più veloce e riduzione degli effetti collaterali. Analoghi vantaggi offre la radiofrequenza ad aghi nel ringiovanimento cutaneo. Entrambe queste tecnologie, dopo qualche anno dalla loro disponibilità sul mercato, iniziano ad avere una mole di letteratura abbastanza importante. Al momento, a mio parere, nessun’altra nuova tecnologia proposta recentemente è corredata da studi clinici sufficienti. Io preferisco sempre attendere qualche anno dall’uscita di ogni tecnologia prima di acquistarla, in modo tale da permettere lo sviluppo sia della tecnologia che di una casistica clinica soddisfacente. La medicina estetica è certamente in continua evoluzione e ogni giorno vengono proposti al medico estetico nuove tecnologie e nuovi materiali. Io ritengo, tuttavia, che si debba andare molto cauti: prima di acquistare un nuovo trattamento è necessario valutare gli studi di efficacia e che sia supportato dalla pratica clinica. È importante da un punto di vista medico legale ricordarci che le tecnologie non sufficientemente approfondite posso risultare pericolose per il paziente. Il medico deve sempre tenere in considerazione che lavora in vivo e deve conoscere sia i risultati sperati che gli effetti collaterali possibili. La conoscenza dei meccanismi che portano all’insorgere degli effetti collaterali può permettere di arginarli e/o gestirli prontamente con la migliore soluzione.

Da due anni ha avviato, a Brescia, Aesthetic Clinic: quale visione l’ha guidata nelle scelte della struttura e dei servizi che propone?
I pazienti che si rivolgono alla mia struttura vengono presi in carico totalmente, sia per la parte estetica sia per la patologia. Qualsiasi problema cutaneo dovesse presentarsi viene gestito, anche ai fini della prevenzione, senza limitarmi ai soli interventi estetici richiesti. Il paziente viene seguito in tutto, anche attivando, se necessario, collegamenti e consulenze con specialisti, al fine di ottenere il miglior risultato nel minor tempo possibile. Questo servizio pluridisciplinare è fondamentale per chi opera in medicina estetica, perché i pazienti preferiscono entrare in un centro dove possono risolvere il loro problema senza doversi rivolgere esternamente a specialisti o effettuare esami clinici in altre strutture. Per questo mi organizzo per garantire un servizio il più possibile completo, anche dal punto di vista degli esami diagnostici attraverso il nostro centro prelievi, così in caso di sospetta patologia possiamo già procedere con le prove necessarie e il paziente è servito senza il disagio di doversi rivolgere altrove. Per quanto riguarda la struttura, desideravo un posto adeguato a tutti gli standard di clientela, facilmente raggiungibile e che fosse di gradimento, oltre che al mio senso estetico, anche a quello della mia clientela. La ricerca della location è stata la parte più «difficile», ma l’idea della torre Kennedy, immersa nel verde del Parco Tarello, a Brescia, è molto soddisfacente, anche perché facilmente raggiungibile in auto, treno e metropolitana.

Quali apparecchiature e quali competenze non possono mancare nell’armamentario terapeutico del medico estetico?
Per essere un buon medico estetico bisogna possedere innumerevoli tecnologie all’avanguardia, in modo da poter fornire a ogni paziente una soluzione efficace per ogni tipo di problema. A mio avviso un medico non può essere ritenuto tale se ne è sprovvisto o limita la sua attività solo all’utilizzo di prodotti iniettivi topici. La base tecnologica di uno studio di medicina estetica consta almeno di un laser QS 532-1064, un laser CO2 e un laser vascolare di alto livello. Fondamentale, in ogni caso, la preparazione medica, nella fattispecie dermatologica, patologica e anatomica.

Lei ha avuto modo di completare la sua formazione con esperienze all’estero: ci sono modelli di approccio alla medicina estetica che potrebbero risultare interessanti per i medici che in Italia praticano in questo campo?
La mia formazione si è conclusa con attività lavorative in Svizzera e in Francia. Credo sia molto utile approcciarsi con i colleghi esteri per fruire di scambi di idee e metodiche ottimali. Personalmente ritengo che il massimo del mio grado di apprendimento lo si debba attribuire alla collaborazione con i colleghi francesi, i quali possiedono una preparazione e un senso estetico indiscutibili. Questo mi ha permesso di entrare in contatto con tecniche innovative non ancora presenti in Italia. In alcuni ambiti, purtroppo, la legislazione italiana è molto riduttiva. Esistono metodiche di semplice esecuzione che permettono ottimi risultati, oggi appannaggio delle sole strutture ospedaliere, ma che potrebbero essere facilmente gestibili in uno studio medico. Per esempio la terapia fotodinamica e la radioterapia per la cura dei tumori cutanei superficiali, come il carcinoma basocellulare e il carcinoma spinocellulare. La radioterapia è ideale per i pazienti anziani, per i quali la chirurgia risulterebbe invasiva e che trarrebbero vantaggio dalla minore invasività della radioterapia senza eccessivo rischio di manifestarne gli effetti collaterali, che si evidenziano a lungo termine. Soprattutto quando si rendesse necessaria una chirurgia più avanzata, con lembi di avanzamento o lembi di rotazione, nell’anziano la radioterapia risulta preferibile. E sarebbe molto vantaggioso per i pazienti poter effettuare queste terapie anche nelle cliniche private, perché diminuirebbero i tempi di attesa e i disagi legati agli spostamenti, che in questo momento costringono chi deve avvalersi di queste cure a viaggiare anche fuori provincia, in quanto a livello ospedaliero solo un numero limitato di strutture ne dispone.

Quale tipo di formazione ritiene sia la più idonea, oggi, per il medico estetico? Cosa pensa del panorama delle opportunità di aggiornamento che si propongono a questi professionisti?
Un medico estetico per essere definito tale deve avere una preparazione universitaria post lauream. Utili, ma non sufficienti, sono i corsi di aggiornamento e quelli «dei week-end». Spesso questi corsi sono finanziati da aziende farmaceutiche interessate a vendere tecnologie e prodotti da loro trattati. A mio avviso sono sempre di notevole interesse i congressi esteri perché puntano maggiormente sulla formazione e non sulla vendita.

Chi è Giorgio Botali
Dopo la laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Brescia, nel 2008, e l’abilitazione alla professione, Giorgio Botali consegue il Master in Medicina Estetica e del Benessere presso l’Università degli Studi di Pavia, il Master SIDEC in Dermatologia Correttiva (Aran Roma) nonché un master in Dermatoscopia. Segue un articolato percorso di formazione nelle tecniche della medicina estetica, che lo porta tra l’altro in territorio elvetico (Muralto-Locarno) per un tirocinio presso lo studio/clinica di Dermatologia e MTS (Dermostudio) del Prof. Stefano Gilardi. Dal 2010 esercita la libera professione in medicina estetica e del benessere presso diverse strutture in Italia e, tra il 2011 e il 2015, in Svizzera. Nel 2016 ha avviato la propria clinica a Brescia, Aesthetic Clinic, di cui è Responsabile medico. Esperto di laser medicale, ha svolto percorsi formativi e tirocini specifici in micro-dermochirurgia, termalismo e idrologia termale, ossigeno-ozono terapia, auricoloagopuntura.