L’idrosadenite suppurativa (HS) è una condizione infiammatoria cronica della pelle che colpisce soprattutto individui giovani, con un impatto significativo sulla qualità della vita.
Clinicamente, si manifesta con noduli ricorrenti e dolorosi, ascessi e fistole essudanti, che compaiono principalmente su aree intertriginose.
È ampiamente accettato che l’idrosadenite suppurativa (HS) sia il risultato di una complessa interazione tra molteplici elementi, tra cui predisposizione genetica, disregolazione immunitaria, influenze ormonali e fattori microbici.
La colonizzazione batterica e la formazione di biofilm sono state riconosciute come aspetti chiave che contribuiscono alla cronicità e alla recidiva della malattia.
Microrganismi da lesioni di idrosadenite suppurativa: lo studio
Il coinvolgimento delle comunità microbiche nell’idrosadenite suppurativa (HS) ha guadagnato notevole attenzione, in particolare a causa del frequente isolamento di Staphylococcus spp., Corynebacterium spp. ed Enterococcus spp. dalle lesioni cutanee.
Nonostante diverse ricerche abbiano indagato il microbioma di quest’ultime, sia con metodi coltura-dipendenti che indipendenti, non sono disponibili dati sull’interazione tra profili di virulenza batterica, manifestazioni cliniche e risposta immunitaria dell’ospite.
Il presente lavoro, pubblicato sull’International Journal of Molecular Sciences, esplora i profili fenotipici e genotipici di resistenza e virulenza di microrganismi isolati da lesioni di idrosadenite suppurativa (HS), incluse l’espressione di fattori di virulenza solubili e la capacità di sviluppare biofilm, con particolare attenzione a Staphylococcus aureus (S. aureus), uno degli agenti infettivi più frequentemente coinvolti nello sviluppo della problematica in questione.
Nello specifico, un totale di novantadue ceppi batterici, appartenenti a venti differenti specie batteriche, è stato isolato dalle lesioni di ventitré pazienti.
Opportunità e sfide per trattamenti mirati
Per i ceppi di Staphylococcus, Corynebacterium ed Enterococcus sono stati riscontrati i livelli più elevati di fattori di virulenza solubili, come emolisine, lecitinasi e lipasi, implicati nella persistenza batterica, nell’invasività locale e nel danno tissutale.
È stata, inoltre, osservata una variazione significativa tra le specie circa la capacità di sviluppare biofilm, con un potenziale impatto su cronicizzazione della malattia, tolleranza batterica agli antibiotici e meccanismi di difesa immunitaria.
La caratterizzazione genetica degli stafilococchi meticillino-resistenti ha rivelato la presenza di geni per adesine, emolisina ed enterotossina, nonché di geni per la resistenza a meticillina e macrolidi.
I risultati ottenuti evidenziano il ruolo cruciale dei determinanti di virulenza, inclusi i biofilm batterici, nella patogenesi dell’idrosadenite suppurativa (HS), sottolineando la necessità di strategie terapeutiche mirate per interrompere i biofilm e mitigare la gravità dell’infezione.
Descrivendo le dinamiche microbiche all’interno delle lesioni, lo studio soprariportato contribuisce al crescente corpus di conoscenze sulla patogenesi dell’idrosadenite suppurativa (HS) e fornisce spunti su metodi promettenti per migliorare la gestione della malattia e gli esiti per i pazienti.
Cucu CI, Giurcăneanu C, Poenaru E, Popa LG, Popa MI, Chifiriuc MC, Lazăr V, Holban AM, Gheorghe-Barbu I, Muntean A-A, et al. Phenotypic and Genotypic Bacterial Virulence and Resistance Profiles in Hidradenitis Suppurativa. International Journal of Molecular Sciences. 2025; 26(8):3502. https://doi.org/10.3390/ijms26083502