L’esposizione cronica alle radiazioni ultraviolette di tipo UVB porta a danni cumulativi al Dna, disfunzione mitocondriale e stress ossidativo, tutti fattori che compromettono la struttura e la funzione della cute.
L’autofagia è un processo di segnalazione ben conservato che facilita la rimozione di organelli e proteine ​​danneggiati, preservando così l’attività cellulare.
Con l’esposizione ai raggi UVB, il flusso autofagico viene rapidamente avviato nei cheratinociti e nei fibroblasti dermici a basse dosi di UVB, con conseguente rimozione delle macromolecole fotodanneggiate.
Nuove strategie di fotoprotezione: la review
Precedentemente studiata nei contesti della fame o delle infezioni, l’autofagia è ora sempre più riconosciuta per la sua funzione nella fotoprotezione.
Le radiazioni UV inducono una forma specializzata di autofagia, chiamata fotofagia o autofagia indotta dalla luce, particolarmente sensibile agli stimoli luminosi, che coinvolge specifici mediatori molecolari per ripristinare l’omeostasi cellulare in condizioni di stress fototossico.
Svolge un duplice incarico nella protezione dalla fototossicità acuta, degradando le proteine ​​ossidate e riparando i danni, contribuendo, se disregolata, all’invecchiamento cutaneo cronico.
Il presente lavoro, pubblicato sull’International Journal of Dermatology, esplora il ruolo della fotofagia nella regolazione della risposta della pelle al danno indotto dai raggi UVB, evidenziandone il potenziale come bersaglio terapeutico per lo sviluppo di nuove strategie anti-fotodanno.
Nello specifico, la revisione si apre proponendo una prospettiva molecolare del processo. Prosegue poi con un focus sull’interruzione della polarità cellulare planare nella cute e ne sviscera l’incidenza nella fotocarcinogenesi, con uno sguardo ad opportunità e sfide future.
Sviluppare interventi mirati: le conclusioni
L’autofagia indotta dalla luce rappresenta una risposta cellulare critica al danno cutaneo associato alle radiazioni UVB, incarnando ruoli protettivi e potenzialmente dannosi.
La regolazione autofagica della riparazione del Dna, dell’infiammazione, delle vie di polarità cellulare planare (PCP) e della carcinogenesi ne sottolinea l’importanza nella biologia cutanea.
Comprendere i meccanismi molecolari dell’autofagia indotta dalla luce e i suoi effetti specifici in base al contesto è pertanto essenziale per lo sviluppo di interventi mirati.
Studi futuri dovrebbero concentrarsi sulla definizione dei regolatori molecolari in caso di esposizione ai raggi UV e sull’identificazione di potenziali bersagli terapeutici.
Data la natura dualistica del processo in questione, la sua regolazione nella pelle potrebbe fornire nuove strategie per prevenire il fotoinvecchiamento e la fotocarcinogenesi, preservando al contempo l’omeostasi epidermica.
Sebbene l’autofagia indotta dalla luce rifletta piĂą accuratamente le attuali conoscenze, la review soprariportata propone “fotofagia” come termine concettuale per descrivere le risposte autofagiche indotte dai raggi UV, giustificandone l’ulteriore discussione e convalida in indagini successive.
Umar S.A. and Tasduq S.A., Photophagy: Unveiling a Novel Cellular Mechanism in UVB-Induced Skin Aging and Resilience. Int J Dermatol. 2025. https://doi.org/10.1111/ijd.17874
 
            