Trattamento delle cheratosi attiniche con terapia fotodinamica in daylight

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Le cheratosi attiniche, una forma di tumore della pelle pre-maligno, possono essere curate con la terapia fotodinamica in daylight (DL-PDT) utilizzata già oggi da oltre 200 centri dermatologici in Italia. Questa tecnica innovativa ha mostrato numerosi vantaggi, sia per il medico sia per il paziente, e per questo è diventata oggetto di studio di un panel di esperti. Le raccomandazioni che ne sono scaturite verranno presentate al congresso nazionale SIDeMaST, Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse, che si terrà a Sorrento dal 3 al 6 maggio.

«Le cheratosi attiniche – spiega Giuseppe Monfrecola, presidente del 92° Congresso Nazionale SIDeMaST – appartengono alla famiglia dei cosiddetti tumori cutanei non melanoma (NMSC) molto comuni che in Italia mostra una prevalenza pari al 27.4%, maggiore nella popolazione maschile (34,3%) rispetto a quella femminile (20%)1. L’esposizione al sole rappresenta un importante fattore di rischio per lo sviluppo di cheratosi attiniche, oltre a età, il genere maschile e la pelle chiara. Un altro fattore di rischio è l’immunosoppressione, che rende necessaria una particolare attenzione verso le persone che hanno subito un trapianto che mostrano maggiori probabilità di sviluppare questa malattia. Queste lesioni si sviluppano prevalentemente nelle aree del volto e del cuoio capelluto, decolté, ma anche braccia e dorso delle mani, ossia in quelle zone maggiormente esposte ai raggi solari. Questa malattia, seppur molto comune, non è da sottovalutare in quanto risulta essere un marker del rischio di sviluppare forme tumorali invasive quali i carcinomi squamocellulari o spinocellulari (spinaliomi). Infatti, il 60-80% dei carcinomi spinocellulari risultano insorgere a partire da cheratosi attiniche3. Oltre alla prevenzione, soprattutto per quanto riguarda l’utilizzo di idonee protezioni solari per evitare l’insorgenza della malattia, in presenza delle lesioni è quindi opportuno intervenire per evitarne la progressione».

«Vista la pericolosità di queste lesioni, soprattutto quando multiple – illustra Piergiacomo Calzavara Pinton, presidente SIDeMaST – non solo dobbiamo trattare tutte le singole lesioni ma anche tutta la cute circostante e dunque non sono proponibili metodiche ablative dirette come asportazione chirurgica, crioterapia o laser. Recentemente, sono state rese disponibili terapie mediche con farmaci per applicazione locale che pur agendo con modalità completamente diversa l’una dall’altra possono aiutare a risolvere il problema. Queste terapie si differenziano per efficacia, effetti collaterali, tollerabilità, esito cicatriziale/ estetico della cute trattata, area massima trattabile con un ciclo terapeutico e durata complessiva della terapia. La terapia fotodinamica consiste nell’applicazione di una crema contenente una sostanza (5-metil-aminolevulinato) che posta sotto una fonte luminosa si attiva provocando la morte delle cellule tumorali. La terapia fotodinamica convenzionale usa come fonte luminosa una lampada a raggi rossi, mentre quella daylight usa la luce solare. Quest’ultima tecnica ha un’efficacia simile al trattamento fotodinamico convenzionale, ma presenta notevoli vantaggi sia per il medico sia per il paziente4. I vantaggi per il medico derivano da una notevole semplificazione del trattamento: i tempi di trattamento sono ridotti, non sono necessarie attrezzature e personale specifici, si può trattare una maggiore area cutanea durante la seduta e consente di curare più pazienti contemporaneamente. Per quanto riguarda il paziente la terapia fotodinamica in daylight consente una migliore esperienza di trattamento4, secondo quanto dichiarato da chi l’ha già provata. Le sessioni risultano infatti più brevi, il trattamento non causa dolore e ha minori effetti collaterali rispetto alla terapia convenzionale comportando una maggiore soddisfazione e accettazione del trattamento e porta a un ottimale risultato estetico. Per il paziente, quindi, minor dolore, minori reazioni locali, una più rapida riparazione cutanea e soprattutto la possibilità di trattare più cheratosi in un’unica seduta con due ore di esposizione al sole. Tutti questi vantaggi rispetto alla terapia convenzionale hanno portato gli esperti a scrivere un documento che verrà presentato al prossimo congresso SIDeMaST con l’obiettivo di fornire maggiori informazioni e consigli pratici per l’utilizzo della terapia fotodinamica in daylight ai dermatologi».

Bibliografia

1 Fargnoli MC et al., Euro PDT 2015.

2Dragieva, G., et al. A randomized controlled clinical trial of topical photodynamic therapy with methyl aminolaevulinate in the treatment of actinic keratoses in transplant recipients. British Journal of Dermatology, 2004, 151.1: 196-200.

3Feldman SR. Progression of actinic keratosis to squamous cell carcinoma revisited: clinical and treatment implications. Cutis 2011; 87: 201-207.

4Fargnoli MC, Piccioni A, Neri L et al. Conventional vs daylight methyl aminolevulinate photodynamic theraphy for actinic keratosis of the face and scalp: an intra-patient, prospective, comparison study in Italy. J Eur Acd Dermatol Venereol 2015; 29. 1926-32.