La psoriasi è una malattia infiammatoria cronica autoimmune della pelle, caratterizzata da un’anomala proliferazione e differenziazione dei cheratinociti. Anche se l’esatto meccanismo alla base di questa condizione non è stato completamente compreso, è noto che le lesioni cutanee psoriasiche sono il risultato di una disregolazione del sistema immunitario che rilascia mediatori pro-infiammatori. Successivamente, la risposta infiammatoria, in gran parte guidata dal rilascio di citochine, provoca una proliferazione incontrollata di cheratinociti.
L’eziologia della psoriasi è ancora sconosciuta, ma i ricercatori hanno ipotizzato un probabile mix complesso di fattori ereditari e non, tra cui l’obesità, il consumo di alcol e l’abitudine al fumo.
La prevalenza dei dati della psoriasi non è del tutto chiara: può variare dallo 0,91% all’8,5% negli adulti e dallo 0% al 2,1% nei bambini. La prevalenza mondiale della malattia psoriasica è di circa il 2-3%, con una percentuale maggiore (8-11% della popolazione totale) nei paesi del Nord Europa.
Patologie cutanee e vitamina D
Livelli sierici inferiori di 25-idrossivitamina D sono stati associati alla patogenesi di diversi disturbi della pelle, come la dermatite atopica, la vitiligine, l’alopecia areata e anche la psoriasi.
È noto che la vitamina D influenza molteplici funzioni della pelle, come la proliferazione, la differenziazione e l’apoptosi dei cheratinociti; un metabolismo anormale della vitamina D potrebbe pertanto svolgere un ruolo chiave nella patogenesi della psoriasi.
Inoltre, numerosi studi epidemiologici indicano un’associazione tra la psoriasi e una riduzione della densità minerale ossea, suggerendo un’efficace relazione tra psoriasi e rischio più elevato di osteoporosi e fratture.
La vitamina D, infatti, ha un ruolo centrale nel turnover osseo, attraverso la regolazione del metabolismo del calcio e del fosfato, e nel controllo della secrezione dell’ormone paratiroideo, suggerendo quindi di controllare non solo i parametri direttamente associati alla psoriasi ma anche quelli legati al metabolismo osseo.
La gravità della psoriasi può essere valutata utilizzando lo Psoriasis Area and Severity Index (PASI), che assegna un punteggio che varia da 0 (assenza di malattia) a 72 (malattia grave) in base alla gravità delle manifestazioni cutanee; inoltre, il punteggio PASI è utile per valutare la risposta al trattamento nei pazienti affetti da psoriasi.
Le terapie topiche, compresi gli analoghi della vitamina D3, sono trattamenti validi per la psoriasi da lieve a moderata, poiché i cheratinociti nelle lesioni psoriasiche esprimono il recettore della vitamina D.
Sebbene venga utilizzata anche la supplementazione orale di vitamina D, a causa del suo ruolo nell’omeostasi immunitaria, i risultati sono ancora controversi.
Alcune revisioni sistematiche e metanalisi hanno valutato l’associazione tra i livelli sierici di 25(OH)D e la psoriasi, suggerendo una correlazione tra ipovitaminosi D e psoriasi, ma nessuna di esse ha analizzato una possibile associazione con altri parametri legati al metabolismo osseo.
Per colmare questo gap, un gruppo di ricercatori italiani ha pubblicato su Nutrients una revisione sistematica e una metanalisi della letteratura per valutare l’associazione tra ipovitaminosi e psoriasi e verificare l’efficacia dell’integrazione di vitamina D nel migliorare il punteggio PASI dei pazienti affetti da psoriasi.
Un ulteriore obiettivo del lavoro era valutare se i parametri sierici legati al metabolismo osseo potessero essere correlati anche alla psoriasi.
La revisione
Sono stati esclusi articoli non originali, case report e studi sugli animali. Il rischio di bias è stato valutato secondo lo strumento della Cochrane Collaboration e la scala Newcastle-Ottawa rispettivamente in studi randomizzati controllati e in studi caso-controllo. Per la sintesi dei dati sono state utilizzate differenze medie non standardizzate.
I risultati
Ventitré studi hanno riportato i livelli sierici di 25-idrossivitamina D (25(OH)D) in 1.876 pazienti affetti da psoriasi e 7.532 controlli. I pazienti con psoriasi avevano livelli di 25(OH)D significativamente più bassi rispetto ai controlli (21,0 ± 8,3 vs. 27,3 ± 9,8, p < 0,00001).
Al contrario, 450 pazienti affetti da psoriasi avevano livelli più bassi di ormone paratiroideo rispetto a 417 controlli (38,7 ± 12,8 vs. 43,7 ± 16,5, p = 0,015).
Quattro studi randomizzati hanno esaminato l’effetto della supplementazione orale di vitamina D sulla psoriasi per 173 pazienti, mentre 160 pazienti sono stati trattati con placebo. Non sono state riscontrate differenze significative nell’indice di gravità ed estensione della psoriasi – PASI, dopo 3, 6 e 12 mesi di integrazione.
È stato dimostrato che i livelli sierici di 25(OH)D sono significativamente più bassi nella psoriasi; tuttavia, l’integrazione di vitamina D non sembra migliorare le manifestazioni cliniche.
E. Formisano, E. Proietti, C. Borgarelli et al., Psoriasis and Vitamin D: A Systematic Review and Meta-Analysis, Nutrients. 2023 Jul 30;15(15):3387. doi: 10.3390/nu15153387