Obiettivo di una rassegna è stato concentrarsi sulle procedure non chirurgiche per il ringiovanimento mandibolare, con particolare riguardo al meccanismo d’azione, alle indicazioni, alla tecnica e ai dati a sostegno della sicurezza e dell’efficacia dei filler più comunemente utilizzati.

Gli interventi per prevenire e invertire gli inevitabili effetti dell’invecchiamento sono aumentati di popolarità nel corso degli ultimi decenni. Dal 2015 al 2019, il numero totale di procedure iniettabili è aumentato del 17,8%, con gli americani che hanno speso più di 1,6 miliardi di dollari solo nel 2019 e con previsioni di crescita nel medio periodo anche come conseguenza del progressivo invecchiamento della popolazione.

Con l’avanzare dell’età, gli strati della pelle si assottigliano, a causa di una ridotta espressione del collagene e di altre proteine che forniscono un supporto strutturale e di volume.

A questi processi intrinseci si associano fattori esterni come il fumo, il consumo di alcol e lo stato di salute complessivo che contribuiscono al processo di invecchiamento, portando alla perdita di elasticità della pelle, alla discesa dei tessuti molli, all’atrofia muscolare e alla perdita di massa ossea.

Nella parte inferiore del viso, l’eccesso di pelle può portare a un’accentuazione del mento, mentre la perdita ossea lungo la mandibola porta a una riduzione della sua proiezione. La ptosi del mento deriva infatti dal cedimento dei tessuti molli che si traduce in una piega submentale prominente.

Le procedure di ringiovanimento chirurgiche e non

Per ripristinare un aspetto più giovanile, è possibile ricorrere a procedure chirurgiche e non. L’impianto alloplastico del mento è la procedura chirurgica più comune per la retrazione del mento e viene spesso eseguita come aggiunta alla ritidectomia. Le procedure non chirurgiche per il ringiovanimento mandibolare includono filler iniettabili, innesto di grasso autologo e botulino.

I filler dermici rappresentano una soluzione temporanea, non invasiva ed efficace per migliorare il contorno della mandibola con diversi livelli di permanenza, viscosità, elasticità e longevità.

Obiettivo di una rassegna condotta negli Stati Uniti e pubblicata sul World Journal of Otorihinolaryngology è stato concentrarsi sulle procedure non chirurgiche per il ringiovanimento mandibolare, in particolare il meccanismo d’azione, le indicazioni, la tecnica e i dati a sostegno della sicurezza e dell’efficacia dei filler più comunemente utilizzati.

La comprensione dei benefici e dei limiti dei filler iniettabili nel ringiovanimento della mandibola può aiutare gli operatori a determinare l’opzione più appropriata per ottenere risultati estetici ottimali e duraturi nei loro pazienti.

La revisione

È stata effettuata una ricerca su PubMed alla ricerca di dati sul meccanismo d’azione, sull’anatomia pertinente, sulle indicazioni, sulle controindicazioni, sulla tecnica e sulle prove a sostegno della sicurezza e dell’efficacia dei filler. La rassegna ha analizzato: l’uso di acido ialuronico, idrossiapatite di calcio, acido polilattico e polimetilmetacrilato nella linea della mascella.

Le conclusioni

Esiste un’ampia varietà di filler disponibili per l’uso nella parte inferiore del viso, con caratteristiche e metodi di applicazione unici. Sebbene i vantaggi dei filler iniettabili includano un costo relativamente accessibile, un disagio minimo per il paziente e tempi di recupero limitati, per ottenere risultati ottimali è necessario adottare misure per prevenire le complicanze a breve e lungo termine.

30La comprensione dei benefici e dei limiti dei filler iniettabili nella mascella può aiutare gli operatori a consigliare e trattare in modo appropriato i pazienti, hanno concluso gli autori dello studio.

B. C. Go, A. S. Frost, O. Friedman, Using injectable fillers for chin and jawline rejuvenation, World J Otorhinolaryngol Head Neck Surg. 2023 Mar 28;9(2):131-137. doi: 10.1002/wjo2.93. eCollection 2023 Jun