Il rilassamento riduce l’espressione di geni implicati nei processi di stress e aging

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Le pratiche di rilassamento possono aiutare a rallentare i processi di invecchiamento? Uno studio statunitense ha evidenziato che tali pratiche influenzano l’espressione di geni associati al metabolismo energetico delle cellule, alla funzionalità dei mitocondri, alla secrezione di insulina e al mantenimento dei telomeri, con anche una riduzione dell’espressione di geni associati alle vie metaboliche dello stress.

Discipline millenarie vengono comunemente adottate per conseguire il rilassamento: per esempio la meditazione (meditazione trascendentale, mindfulness), le diverse pratiche yoga, la preghiera ripetitiva, il Tai Chi, gli esercizi di respirazione.

La risposta dell’organismo al rilassamento (Relaxation Response, RR) viene considerata con crescente interesse a livello clinico e ritenuta l’altra faccia della medaglia rispetto alla risposta allo stress. Per quanto l’osservazione pratica suggerisca che stimolare la RR sia un efficace intervento terapeutico che contrasta gli effetti negativi clinici dello stress in situazioni critiche come ipertensione, ansia, insonnia e invecchiamento, i relativi meccanismi molecolari che spiegano questi benefici clinici restano ancora indefiniti.

Un contributo a migliorare queste conoscenze è stato appunto lo studio sui meccanismi molecolari indotti dalle pratiche di rilassamento, condotto da un gruppo di ricercatori appartenenti a diverse strutture ospedaliere e di ricerca degli Stati Uniti, in particolare il Benson-Henry Institute for Mind Body Medicine, il Department of Psychiatry e altri istituti del Massachusetts General Hospital e della Harvard Medical School di Boston, Institute for Health and Healing Abbott Northwestern Hospital di Minneapolis e Department of Health Policy Management della Boston University School of Public Health. I ricercatori hanno preso in esame due gruppi di persone. Il primo gruppo era composto da 26 praticanti con anni di esperienza di RR mentre il secondo gruppo era composto da 26 principianti. Tutti i partecipanti allo studio erano sani. Di tutti i soggetti è stato misurato il trascrittoma nel sangue periferico, prima, subito dopo e 15 minuti dopo aver ascoltato una stimolazione alla RR o un CD di educazione alla salute, al fine di valutare cambiamenti genomici rapidi e tempo-dipendenti. I principianti sono stati valutati prima e dopo un corso di addestramento di 8 settimane. Tutti, sia i praticanti di lungo corso sia i principianti, hanno mostrato significativo cambiamento nell’espressione genica dopo la pratica RR, correlato al tempo, con maggiore significatività nei veterani rispetto ai principianti.

La pratica di RR incrementava l’espressione di geni associati al metabolismo energetico, alla funzionalità mitocondriale (intesa anche come capacità di risposta di riserva nel sostenere il metabolismo energetico cellulare, che gli autori definiscono “resilienza mitocondriale”), alla secrezione di insulina e al mantenimento dei telomeri. Inoltre riduceva l’espressione di geni associati alla risposta infiammatoria e alle vie metaboliche dello stress.

La Interactive Network Analysis delle vie metaboliche influenzate da RR ha poi identificato anche le molecole necessarie per l’upregulation: l’ATP-sintasi e l’insulina. Queste due molecole hanno l’effetto di migliorare la produzione e l’utilizzo di energia mitocondriale e di conseguenza incentivano la funzionalità mitocondriale (resilienza).

Le molecole essenziali alla downregulation della via metabolica sono invece quelle dei geni NF-kB. Anche in questo caso la funzione mitocondriale viene positivamente influenzata e l’effetto è quello di mitigazione dello stress.

I risultati dei ricercatori mostrano che indurre la RR, particolarmente in individui con pratica di lungo corso, può avere effetti benefici sulla salute, e per la prima volta sono stati descritti alcuni meccanismi molecolari di questo processo.

Bhasin, Dusek, Chang, Denninger et al. Relaxation Response induces temporal transcriptome changes in energy metabolism, insulin secretion and inflammatory pathways. PLoS ONE 2013: 8(5): e62817.