Educazione Continua in Medicina 2018. Gestire le pratiche invasive in ambulatorio

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La piccola chirurgia e molte tecniche non tradizionali eseguite nello studio del dermatologo e del medico estetico necessitano di uno specifico bagaglio di conoscenze nonché di ambienti e organizzazione gestiti secondo un approccio orientato alla prevenzione del rischio.

Pur essendo uno specialista di area medica, il dermatologo si trova frequentemente a praticare piccoli interventi chirurgici cutanei nel proprio ambulatorio, procedure in apparenza poco invasive che tuttavia implicano l’esposizione a tutti i rischi connessi con la pratica chirurgica. Conoscerli, prevenirli e saper gestire le eventuali criticità degli interventi ambulatoriali, al fine garantire una pratica sicura e soddisfacente per il paziente e per il medico, è il tema del corso ECM che Dermakos propone per il 2018 ai propri lettori. Lo ha curato Angela Faga, ordinario di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva e primario di U.O. di Chirurgia Plastica presso gli ICS Maugeri in Pavia, che lo presenta in questa intervista.

Perché un ECM sulle pratiche chirurgiche ambulatoriali?

Perché la piccola chirurgia ambulatoriale non è pura manualità. Al di là della competenza tecnica, ovviamente indispensabile, l’acquisire un bagaglio procedurale e culturale della pratica chirurgica è imprescindibile, a partire dalla conoscenza della normativa e delle linee guida ufficiali, le cui prescrizioni devono essere scrupolosamente applicate, per accostarsi in modo competente e in sicurezza a quella che rimane una pratica invasiva. L’obiettivo di questo corso è rimuovere atteggiamenti semplicistici, che possono esporre i pazienti a rischi evitabili. Perché il rischio in chirurgia è sempre in agguato e l’esperienza ci dice che proprio nelle procedure ambulatoriali è anche maggiore, per l’assenza delle strutture della sala operatoria ma soprattutto per la tendenza a sottovalutarlo. L’abituale frequentazione della sala chirurgica, infatti, fa acquisire comportamenti e attenzioni che diventano parte della gestualità del chirurgo ma che, in assenza di una formazione specifica, difficilmente appartengono al medico di estrazione internistica, come il dermatologo: l’attenzione a non portare fonti di contaminazione oltre la barriera degli ambienti operatori, come scarpe o abiti da esterni, l’attitudine a non contaminare il campo operatorio anche quando, come in ambulatorio, si opera senza il camice sterile ecc.

Quali sono le leggerezze più comuni che il corso si ripropone di prevenire?

L’organizzazione dell’ambiente è il primo punto. Anche un’apparentemente semplice biopsia cutanea deve essere eseguita in un ambiente costruito secondo criteri precisi e definiti dalla normativa: dalla cubatura e rapporto aeroilluminante, spazi e strutture adeguate a prevenire contaminazioni e garantire un’igiene consona alla procedura chirurgica, fino al benestare dell’Asl di pertinenza per questo tipo di attività nello studio. Non bastano quindi un lettino e un kit sterile. Porsi domande sull’idoneità del proprio ambulatorio è il primo passo per prevenire i rischi. E affidarsi alla prevenzione, adottando strategie efficaci di asepsi e antisepsi, è particolarmente importante in relazione al problema di crescente attualità rappresentato dall’antibiotico-resistenza. Da questi principi muove l’idea del primo modulo.

La gestione di eventuali eventi avversi è un altro aspetto da non trascurare…

La sicurezza nell’uso degli anestetici nonché la parte rianimatoria sono l’altro pilastro per il corretto approccio alla chirurgia ambulatoriale. Anche il minimo utilizzo di un anestetico locale, infatti, non è scevro da reazioni avverse che devono essere opportunamente gestite. Oltre a conoscere gli anestetici, il loro uso e le precauzioni da prendere, è anche fondamentale l’anamnesi corretta, volta a prevenire brutte sorprese, soprattutto in materia di reazioni allergiche, che possono provocare shock anafilattico e mettere il paziente a rischio di vita. Pure la dotazione di farmaci e apparecchi per la rianimazione deve essere accuratamente provvista. L’arresto cardiaco, per esempio, non è infrequente in chirurgia ambulatoriale. Proprio negli ambulatori in cui, a differenza della chirurgia maggiore, il paziente non è monitorato da macchinari né collegato a dispositivi salvavita, saper gestire tempestivamente un arresto cardiaco o una crisi vagale significa salvare o meno la vita del paziente.

Quali temi sono trattati nella parte dedicata alle tecniche chirurgiche?

Le basi tecniche della chirurgia ambulatoriale sono la materia del terzo modulo. Eseguire un intervento in modo da minimizzare i rischi significa seguire una sequenza codificata di atti chirurgici, che deve entrare nella gestualità sia del giovane sia del medico navigato.

Infine abbiamo deciso di dedicare un modulo alle pratiche non tradizionali. Che si tratti dell’utilizzo di apparecchi a emissione di energia (laser, luce pulsata, radiofrequenza, ultrasuoni ecc.), dell’impianto di fili sottocutanei o di carbossiterapia o altro, l’approccio deve sempre essere quello della chirurgia. Infatti, per quanto vengano presentate come non invasive, anche queste metodiche richiedono spesso l’utilizzo di anestetici locali e provocano un certo grado di stress per il tessuto: per questo le definirei diversamente invasive. E anche per queste tecniche, come per la chirurgia tradizionale, valgono i principi fondamentali di operare in ambienti adeguatamente protetti, attrezzati e organizzati, secondo accorgimenti diversi ma altrettanto stringenti nella loro imprescindibilità di applicazione. E poi l’anamnesi del paziente, perché, per esempio, l’emissione di energia può causare ustioni o ferite per banali dimenticanze, come trascurare la presenza di una capsula dentaria in metallo. Gestire tutte queste tecniche in sicurezza è la base per dare soddisfazione al paziente a cui vengono proposte. Per questo è opportuno puntare a una formazione che vada oltre le semplici modalità di utilizzo dell’apparecchio, per conseguire una visione più ampia che metta al primo posto la prevenzione del rischio.

Il corso
La chirurgia ambulatoriale dermatologica
Epidemiologia-prevenzione e promozione della salute con acquisizione di nozioni tecnico-professionali.
12 crediti ECM – ID: 1585-211620
Accreditato dal 1° marzo 2018 al 28 febbraio 2019

Moduli del corso e docenti
Obiettivo formativo n. 1: applicazione nella pratica quotidiana dei principi e delle procedure dell’Evidence Based Practice (EBM – EBN – EBP).
Coordinatore scientifico: Angela Faga, professore ordinario di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva, Primario di U.O. di Chirurgia Plastica c/o ICS Maugeri, SB SpA I.R.C.C.S. Pavia.

Modulo didattico 1
Normativa vigente per l’istituzione e la gestione di un ambulatorio chirurgico.
Nilda Passarani, laureata in Medicina e Chirurgia, con specializzazione in Malattie Infettive e in Igiene e Medicina Preventiva. Già responsabile U.O.S. “Autorizzazione, vigilanza e controllo strutture sanitarie non accreditate” presso U.O.C. Igiene e Sanità Pubblica del Dipartimento di Prevenzione Medico della ATS di Pavia.

Modulo didattico 2
Medicina estetica: anestesia e sicurezza nella sua pratica, dai farmaci dell’urgenza al BLS.
Mario Greco, libero professionista. Specialista in Anestesia e rianimazione.

Modulo didattico 3
Le basi tecniche della chirurgia dermatologica ambulatoriale.
Marco Tresoldi, laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Pavia nel 2012, dal 2013 frequenta l’UO di Chirurgia Plastica presso gli Istituti Clinico Scientifici Maugeri di Pavia. È stato nominato “cultore della materia” in Chirurgia Plastica presso l’Università degli Studi di Pavia dal 2016.

Modulo didattico 4
Metodiche ambulatoriali invasive non tradizionali.
Luca Fioravanti, laureato in Medicina e Chirurgia, ha conseguito il master di II livello in Medicina Estetica dell’Università di Pavia, la Specializzazione in Idrologia Medica e il master di II livello in Nutrizione Umana presso l’Università degli Studi di Pavia e il master di II livello in Chirurgia Estetica presso l’Università degli Studi di Milano. Lavora come medico estetico in provincia di Milano e Pavia. Dal 2008 è docente presso il master di II livello in Medicina Estetica dell’Università degli Studi di Pavia.

Fruizione del corso
Il corso è suddiviso in 4 moduli didattici pubblicati progressivamente sulla rivista e contestualmente sulla piattaforma e-learning ed è fruibile 24 ore su 24, 7 giorni su 7 per tutto il periodo dell’accreditamento.

I crediti ECM
Il certificato ECM si potrà scaricare e stampare alla conclusione del percorso formativo, dopo aver: superato tutti i test di apprendimento, considerati validi se il 75% delle risposte risulta corretto; compilato la scheda di valutazione del corso (qualità percepita obbligatoria).

Segreteria organizzativa: tel. 0239090440; email: infoecm@tecnichenuove.com

Modalità d’acquisto: online sulla piattaforma e-learning http://corsiecm.tecnichenuove.com